Il diritto in materia di acquisti pubblici non tiene conto a sufficienza della costruzione di infrastrutture

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La prevista revisione del diritto federale in materia di acquisti pubblici non tiene sufficientemente conto delle specificità della costruzione. La Federazione Infra, l’organizzazione che raggruppa le imprese attive nel settore della costruzione di infrastrutture, si oppone in particolare alle trattative sui prezzi o alle aste.

Quando lo Stato modifica le regole per l’assegnazione delle commesse pubbliche, i costruttori di infrastrutture ne risentono, visto che forniscono l’80% delle loro prestazioni proprio al settore pubblico. Il fatto che la revisione della legge e dell’ordinanza sugli acquisti pubblici (LAPub, OAPub) ponga sullo stesso piano gli acquisti di Confederazione, Cantoni e Comuni torna utile al settore della costruzione di infrastrutture. Secondo Benedikt Koch, direttore della Federazione Infra, l’armonizzazione tra il diritto federale e il Concordato intercantonale sugli appalti pubblici va sicuramente nella giusta direzione e molte delle modifiche proposte sono valide. Tuttavia, per molti aspetti, il progetto di legge non tiene sufficientemente conto delle specificità del settore della costruzione.

Le opere edili non sono prodotti standard

Che l’acquisto di prestazioni edili sia molto diverso da quello di prodotti standard è un dato di fatto: nella maggior parte dei casi le imprese di costruzione forniscono un’opera realizzata su misura per le esigenze del committente. Di conseguenza – sottolineano i costruttori di infrastrutture – non si possono valutare le offerte esclusivamente in base al prezzo. Va da sé, quindi, che le aste elettroniche per le prestazioni edili sono inopportune. Secondo Infra, la legge deve assolutamente prevedere deroghe in tal senso.

Dialogo sì, negoziati no

Diversamente dai Cantoni, per i progetti più complessi la Confederazione prevede già che committente e offerente possano discutere ed elaborare la variante migliore. Una possibilità che secondo Infra deve assolutamente essere mantenuta poiché permette di trovare soluzioni innovative ed economicamente vantaggiose. I costruttori di infrastrutture si oppongono tuttavia all’introduzione di negoziati. Le autorità di aggiudicazione hanno l’idea errata che i negoziati permettano di ottenere offerte migliori: di solito finiscono per trasformarsi in mere trattative sulla riduzione dei prezzi e celano il rischio di violare i principi elementari dell’appalto pubblico, ossia equità, parità di trattamento e trasparenza.

Aggiudicazione mediante trattativa privata per i mandati fino a 500 000 franchi

Attualmente è difficile indicare i valori soglia per le commesse edili di Confederazione, Cantoni e Comuni. Se si fissasse un limite di mezzo milione per le aggiudicazioni mediante trattativa privata e di un milione per quelle mediante invito, si potrebbero snellire e accelerare sensibilmente le procedure per il concorso e l’aggiudicazione. Infra invita i servizi pubblici che si occupano di aggiudicazioni a sfruttare al massimo le soglie previste, evitando di applicare procedure per gli importi superiori.

Il diritto in materia di aggiudicazione deve proteggere anche davanti al potere del mercato

Il settore della costruzione è confrontato regolarmente con committenti che sfruttano la loro posizione di forza. Cambiano unilateralmente le regole e gli standard stabiliti a scapito dell’appaltatore o scaricano sull’offerente rischi e responsabilità che spettano chiaramente a loro. È quindi nell’interesse delle imprese di costruzione disporre di un diritto efficace e unitario in materia di acquisti, applicabile – oltre che agli uffici pubblici e ai loro rappresentanti – anche alle imprese di diritto privato di proprietà statale. La revisione della legge e dell’ordinanza dovrebbe evidenziare meglio questo aspetto.